La teoria dei colori
Mi sono chiesto tante volte quale potesse essere il colore del coraggio. Tanti colori rappresentano i sentimenti, i valori, la fede. Ho lavorato tanti anni nella fotografia, e conosco bene i colori. Ho sempre amato quelli fondamentali: Red, Green and Blue. Rosso, come il colore del sangue. Verde, come il colore della speranza. Blu, come il colore dei suoi occhi. Queste tre luci in fotografia riproducono diversi milioni di colori. E anche in televisione, quella televisione che ha colorato spesso i nostri pomeriggi d'inverno a casa.
La loro somma invece produce la luce pura, il bianco, Leukòs, in greco. Da questo termine arriva Leucemia, sangue
bianco...cromaticamente una vera assurdità. Assurda come la malattia, arrivata dopo la mielodisplasia iniziale, scoperta quasi per caso, che però è mutata all’improvviso, senza alcun rispetto per la classificazione iniziale, Very Low Risk. Quando lo dissero quel giorno a Simonetta tutto mi sembrò improvvisamente diventare grigio e nero.
Le pareti dello studio medico erano prive di colore. Mi si erano spente tutte le luci, come in camera oscura quando dovevo procedere alla stampa. Ma non si era spento il bellissimo azzurro dei suoi occhi. Tranquilla, incredula, ma assolutamente decisa. Simonetta era così. Fiera, coraggiosa, sicura di sé, molto più di me.
E me lo ha detto tante, tante volte "Ma sei più preoccupato tu di me? Smettila!"
E ho cercato di smettere, ho tratto forza dal suo coraggio, dalla sua forza, dalla sua decisione, dalla sua fiducia assoluta nei medici, dalla sua speranza nella chemio che doveva portarla al trapianto. E alla rinascita. La chemio però non ha funzionato purtroppo, per due volte. Niente trapianto quindi. Ma in lei nessuna intenzione di arrendersi, nel suo cuore e nel suo spirito la voglia insopprimibile di vita normale, di Natale in famiglia, di luci sul balcone, di luminarie colorate e allegre, di un Capodanno passato in allegria con i genitori anziani, di visite di tanti amici e amiche
che colorano impetuosamente la vita con la loro presenza.
E poi il desiderio di un abbraccio con nostro figlio Matteo, di un dolcissimo e indimenticabile ballo con me durante la festa per il Battesimo della bellissima nipotina di pochi mesi. La grande fede, l’immensa voglia di vivere finalmente la Giornata Perfetta, di guardare il mondo con una sensibilità nuova, più attenta, più incantata, malgrado il pericolo delle infezioni, nonostante il rischio delle emorragie, affrontando le periodiche trasfusioni, i continui esami di controllo, aspettando con fiducia e con tenacia la scoperta di una nuova cura, impegnando tutta se stessa in una ripresa incredibile, bellissima, quasi miracolosa, al suono di “Se continua così ci metto la firma”.
E ne ha messe tante di firme, per settimane. Non so ancora se c'è un colore che possa rappresentare per tutti il coraggio. Se c’è è sicuramente un colore bellissimo, forse il più bello.
Ma per me è solo l'azzurro profondo ed infinito dei suoi occhi, degli occhi del mio unico grande amore.