Torna alle storie
Roche – A fianco del coraggio
Voti totali:
Mia moglie uscendo dalla doccia mi dice “Carlo senti qua ho come una massa dura sul seno”. Ecco questo è l’inizio del nostro incubo. Decidiamo di andare dal senogolo che la seguiva che ,dopo aver effettuato un ecografia ,ci consiglia un suo collega che avrebbe effettuato un’agoaspirato; ci rechiamo all’ospedale ma il dottore era in ferie, allora decidiamo di contattare lo IEO che ci fissa una mammografia dopo 2 giorni. Non dimenticherò mai la faccia di mia moglie uscendo da quella stanza, mi si gela il sangue era propio lui. Non potevo credere che che dopo mio padre si era ripresentato anche per strapparmi la persona più importante della mia vita. Ricordo che quella notte mi sono ripromesso di aiutare mia moglie in tutto e per tutto, non potevo permettere che si portasse via la mamma di 2 bambine. Qui incomincia la lotta, prima l’operazione di mastectomia totale ad entrambe i seni con svuotamento ascellare, il rigetto di una protesi e una nuova operazione. Sembrava fossimo caduti in un burrone, ero terrorizzato non ne vedevo la fine e non trovavo nessun modo per provare a risalire, vedevo mia moglie soffrire e cedere mentalmente, perché questo male oltre che al fisico ti distrugge psicologicamente. Li mi son detto e ho detto a lei, resettiamo e affrontiamo il tutto un passo alla volta, una battaglia alla volta solo così si possono vincere le guerre. Inizia la chemio e li si raggiunge l’apice del senso d’impotenza per chi sta vicino ad un malato di cancro. L’ho vista stare male non riuscirsi ad alzare e dover trovare le parole per incoraggiare una persona ad affrontare tutto ciò è quasi impossibile. Finisce la chemio facciamo la Pet e risulta un piccolo residuo in un linfonodo, non ci vuole lasciare …vedo mia moglie ricrollare psicologicamente, io inizio a perdere fiducia e vedo lei che cerca forza per continuare a cambattere e mi ripeto ..un passo alla volta! Inizia la radioterapia e i medici ci dicono vedrete che con questa lo bruciamo. Adesso vedo lei più serena coi suoi alti e bassi ma sempre più combattiva e penso che alla fine la vera forza l’abbia data lei a me anziché io a lei. Sappiamo che la strada è ancora lunga ma un passo alla volta stiamo risalendo quel maledetto burrone ;quando lei inciampa io sono li a dirle di rialzarsi e quando io penso di non aver le forze per continuare lei mi incoraggia ad aiutarla a risalire. Ci sono momenti in questa risalita in cui ti senti inutile, inerme e questa è la cosa più terribile, lui è lì e tu non puoi far niente per difendere la persona che AMI. Questa malattia è devastante per chi la subisce, ma anche noi al loro fianco dobbiamo trovare una forza interiore che io non pensavo di avere. In conclusione spero solo di aver nel mio piccolo potuto aiutare mia moglie in questa lotta, spero di essere riuscito a farla sentire una guerriera e non una malata, perché le persone come mia moglie sono dei veri e propri guerrieri e non dei malati!