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Roche – A fianco del coraggio
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Mia moglie juventina


L’attenzione verso la persona che ti sta accanto a volte viene distratta dagli impegni di lavoro o dalle passioni che rubano il tempo a l’amore. Si perde e si ritrova, si rinnova e si smarrisce ma quasi sempre ci unisce come un elastico che si estende e si contrae.
Nei momenti difficili molti scappano. Non è facile condannare chi non riesce ad affrontare il dolore, anche rinunciando a dare supporto alla persona che lo chiede. E’ una forma di difesa da un orrore inaffrontabile. Qualcosa troppo più grande di te. Non so per quale forza insospettata, io, come tanti altri, ho fatto la scelta opposta, rinunciando anche al lavoro per essere ancora più presente nella vita di Laura.

Da sempre, le domeniche di calcio ci hanno visti uniti dalla schedina giocata in società ma divisi dal tifo. Con discrezione, ma a volte infierendo scherzosamente, io e Laura tifavamo per due avversarie storiche, lei per la Juve, io per la Fiorentina.
Non sono mancate le discussioni, anche se ci siamo sempre limitati per non litigare.

Laura è stata un universo composto da diverse facce della femminilità e credo di averla amata come amante, amica, fidanzata, moglie e, con la malattia, penso di essere arrivato a provare anche il tipo di amore che si prova per una figlia, tanto era cresciuta la mia premura e l’attenzione al suo essere, diventato così precario e quindi più prezioso.
Non per questo potevo cambiare atteggiamento nei suoi confronti, trattarla cioè da “malata” e quindi per Fiorentina-Juventus partivano inevitabilmente le frecciatine, le sfide e le discussioni sui calci di rigore e i fuorigioco. E anche le prese di giro.

Una delle cautele che cercavo di osservare quotidianamente consisteva nel leggere il giornale per primo e, quando trovavo articoli che parlavano di tumore, se l’impaginazione lo permetteva, toglievo la pagina incriminata prima che lo leggesse lei.
Così capitò ad aprile del 2018 di anticiparla ed eliminare una pagina che parlava di malattie oncologiche. La piegai e la infilai nella teca sulla scrivania dello studio.



Il caso volle che la pagina nella parte sinistra del giornale fosse collegata ad una pagina nella parte destra, quella dello sport, che conteneva l’articolo sulla partita Real Madrid – Juventus, diventata famosa per un rigore dato a fine gara in favore del Real. Un rigore dubbio, anzi, direi inesistente, che fece imbestialire il popolo juventino. Chi segue il calcio ricorderà Buffon che accusava l'arbitro di avere un bidone dell'immondizia al posto del cuore.
Fu così clamoroso che un amico della stessa fede calcistica telefonò a Laura per chiederle se avesse letto l’articolo e per questo, andando a ricercarlo nel bidone della carta, si accorse che mancava la pagina.
Mi giustificai dicendo che mi interessava un trafiletto da conservare che parlava di bonus per i lavori di ristrutturazione della casa ma ovviamente non mi credette.
La osservai col fiato sospeso per il timore che leggesse l’articolo con le statistiche delle diagnosi infauste per i vari tipi di tumore negli ultimi anni, ma per fortuna, era così infuriata che, appena ebbe letto il pezzo, non si preoccupò di leggere la pagina collegata, anzi la appallottolò e la gettò a terra accusandomi di averle occultato l’articolo sportivo volutamente perché parlava di un torto subito dalla Juve. Il primo nella storia le feci notare, sarcastico.
Ma quando mi prese a male parole mi sentii sollevato.